Adozione: la fatica di essere “figlia”

Come i genitori pensano al figlio ideale, così i bambini pensano alla famiglia ideale

Finalmente il giorno che tanto aspettavo era arrivato e con esso una vita nuova che dovevo affrontare. Mi sentivo emozionata al sapere che presto avrei visto i miei nuovi genitori dopo una lunga attesa. Avevo tanta curiosità di vederli e di sapere com’erano, non fisicamente perché li avevo già visti in foto, volevo sapere com’erano come persone. Già cominciavo a preoccuparmi del ritardo per gli adempimenti alla dogana. Quando li vidi feci un salto e corsi loro incontro. Ero molto felice. Li abbracciai per poter sentire che erano veri. Mi dettero un grande ramo di rose di benvenuto. Il mio sogno era diventato realtà.
Il tempo passava e vedevo che nella mia vita stavano cambiando molte cose. Cercavo di accettare la mia quotidianità giorno per giorno, ma ebbi parecchie difficoltà ad ambientarmi senza le quali, però, la vita non sarebbe ciò che è. Iniziarono le discussioni e tutti i giorni c’erano dei momenti tremendi. Più di una volta pensai di non poterne più di quella situazione e sono arrivata al punto di desiderare di tornare al mio mondo passato.Lentamente mi sto abituando a loro e ora penso che il sentimento non può nascere da un giorno all’altro, ma ci vuole molta pazienza, secondo quello che ciascuno si sente di fare per l’altro.
L’affetto nasce da solo, senza alcuna imposizione. Il sentimento dobbiamo coltivarlo e guidarlo con saggezza affinchè domani dia buoni frutti. Dalla mia esperienza ho capito che guardando al passato non dobbiamo avere ricordi tristi ma dobbiamo trarne un’esperienza e un insegnamento. Solo così possiamo renderci conto dei progressi fatti da allora ad oggi.
Non avrei mai pensato di avere un’opportunità così grande e meravigliosa. Oggi posso dire che vivo con l’aiuto e la fiducia di qualcuno che è sempre con me e mi tende la mano su cui mi posso appoggiare senza timore di essere rifiutata.

Soledad